Leggi anche...

IMG_4438

Venti di Innovazione – La Toscana di fronte alla sfida dell’innovazione

Nel primo articolo abbiamo compreso la filosofia che sta alla base della nascita di una start up, la scorsa settimana abbiamo analizzato come l’Italia ha “registrato” il mondo delle aziende a forte impatto tecnologico e con l’aiuto di alcune mappe siamo andati dentro i numeri. In questo articolo provo a fare un breve focus sul mondo delle startup in Toscana

A trainare le Regioni italiane c’è la Lombardia, seguita da Lazio ed Emilia Romagna, la Toscana si posiziona a metà classifica con 469 aziende registrate.  Analizzando i dati della mappa interattiva elaborata insieme ad Alessandro Latterini di Retesviluppo, Firenze ha la testa della regione con 158 start up seguita da Pisa con 101.

Il resto delle province ha numeri bassi. Per dare un’idea del peso nazionale di Firenze, duole constatare che è solo la 17°(su 105) provincia italiana per numero di start up, mentre Pisa 27°. Il dato ancora più preoccupante è che abbiamo ben tre province nelle ultime 30 posizioni, tra cui Prato, culla del manifatturiero e del tessile, che guarda con scetticismo la nascita di nuove aziende innovative.

Attenzione, non si vuole semplificare il messaggio che solo se ci sono numeri elevati di start up in un territorio allora questo è di conseguenza innovativo e propenso al futuro, tuttavia è una dato da tenere in considerazione. La Toscana in quest’ultimi anni non ha brillato in termini economici e occupazionali, se si escludono i grandi centri, il tasso di disoccupazione giovanile nelle province periferiche è sempre alto e con l’arrivo della tempesta economica legata all’emergenza Covid19 si prevedono dati su occupazione e tenuta economica molto negativi, a tratti spaventosi. Considerando le ultime stime dell’Irpet il turismo  registra scenari da panico arrivando, secondo alcune proiezioni, ad  un -67% delle presenze annuali nella regione, con conseguenze rilevanti per occupazione e “resistenza” delle aziende stesse. Il crollo della produzione industriale si stima  del 33% rispetto a Marzo 2019 con tessile, abbigliamento e pelletteria i settori più colpiti e quelle 97.000 persone vulnerabili alla disoccupazione dove, tanto per cambiare, i giovani giocano un ruolo da protagonisti, in quanto quelli più probabilità di essere colpiti. 

Pertanto, in vista delle tornata elettorale di autunno che tocca anche la nostra Regione, risulta urgente identificare a breve termine quelle strategie e quegli interventi che possano da un lato tamponare l’emorragia economica-occupazionale che già stiamo vivendo dall’altro mettere le basi per costruire la Toscana del prossimo futuro capace di valorizzare il proprio know how imprenditoriale, dare futuro e nuove opportunità ai giovani e avere il coraggio di osare scommettendo davvero su innovazione e nuove tecnologie. Altrimenti si prospettano giorni poco felix. 

 

Comments are closed.