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Venti di Innovazione – Competenze digitali, è ancora lungo il viaggio dell’Italia per emergere in Europa

Siamo arrivati ad agosto ed è più di due mesi che ogni martedì ci soffermiamo a riflettere sui protagonisti della rivoluzione digitale. Analizziamo insieme, grazie alle tante segnalazioni che mi inviate tramite social, come l’Italia – e nello specifico la nostra regione – si sta districando nel mare agitato dell’innovazione. Il focus di questa rubrica è comprendere come il digitale sta cambiando la nostra società, i nostri consumi, la nostra quotidianità e il nostro modo di fare impresa.

In quest’ultimo articolo prima della pausa estiva mi soffermo sulla digitalizzazione delle imprese, lo faccio come sempre prendendo come base alcuni dati, il PMI Digital Index 2020 è un report elaborato da un’azienda informatica, che ha consultato 4.000 PMI italiane per analizzare il grado di maturità digitale delle imprese. Oltre a fotografare i cambiamenti nei comportamenti digitali rispetto all’anno precedente, l’edizione del 2020 si è concentrata anche sulla  reattività digitale delle micro imprese durante l’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19.

L’indice è composto da tre macro aree, così sintetizzabili: presenza online delle imprese, popolarità digitale dell’azienda, attività di marketing specifiche attraverso campagne online. 

L’indice di digitalizzazione è cresciuto di due punti percentuali, passando a 56/100 con variazioni positive sia nella sezione della presenza online che in quella delle campagne marketing, mentre è calato il grado di popolarità delle aziende, certificando la poca strategia da parte delle aziende nel gestire le interazioni online e far crescere costantemente il proprio pubblico. Il dato che mi ha fatto saltare sulla sedia è che la Toscana, insieme ad Abruzzo e Sicilia, risulta essere la regione meno digitalizzata d’Italia. Sicuramente il campione non rappresenta il mondo variegato e comunque molto numeroso delle Pmi toscane tuttavia, già  in questa rubrica, erano stati evidenziati i ritardi della nostra regione su tutte le tematiche riguardanti il digitale, dalle politiche per l’innovazione alla  presenza di supporto consulenziale qualificato nel far crescere le realtà tecnologiche. 

In questa estate anomale, tra la paura per le ricadute sociali ed economiche dettate dall’emergenza sanitaria e l’inizio della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale, deve entrare con forza nel dibattito pubblico una visione concreta del futuro produttivo, digitale, innovativo della Toscana. E’ necessario proporre una svolta nel linguaggio, nei percorsi di formazione e nelle politiche con l’obiettivo di rendere la nostra regione attrattiva nella competizione nazionale di talenti, di aziende tecnologiche e nuove realtà imprenditoriali. Dobbiamo partire però dalla consapevolezza che la strada è in salita e che servono strategie condivise di lungo periodo, investimenti mirati e obiettivi da raggiungere, il rischio altrimenti è di restare aggrappati al ricordo di una regione con una forte identità produttiva e grandi potenzialità incapace di gareggiare nella competizione digitale.

 

Link all’articolo originale su La Nazione 

Nella foto: installazione Tomas Saraceno Biennale di Venzia 2019 dal titolo Acqua Alta

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