Intervistato ad Alessandro Ferrrari per Ibm Think Magazine sul Master in Digital Transformation
“In un certo senso, la nostra è stata una forzatura. Ma rispondere al bisogno di alfabetizzazione digitale da parte di coloro che, per scelta, hanno conseguito una laurea non in ambito scientifico ci è parso il modo migliore per allargare la comprensione del linguaggio dell’innovazione, della sua progettazione e, più in generale, dei processi di trasformazione che stiamo vivendo, come cittadini e come professionisti. I risultati sembrano darci ragione”.
Con Lapo Cecconi, docente universitario e co-fondatore di Kinoa – azienda tecnologica nata nel 2017, cui si devono una serie di soluzioni innovative nelle aree smartmobility, AI e blockchain – il passo dalle intenzioni ai fatti si è rivelato breve: in gennaio, la collaborazione tra la sua startup, IBM e l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, ha condotto l’Università degli Studi di Firenze, con i Dipartimenti di Scienze Politiche e Sociali e di Scienze per l’Economia e l’Impresa, ad avviare un Master di primo livello in Digital Transformation. Dodici gli studenti ammessi per un ciclo di lezioni e laboratori, partito il 24 gennaio – e mai interrotto, grazie alla didattica digitale a cui si è fatto ricorso durante il periodo di lockdown – che si concluderà in novembre. Nel frattempo, si sono già aperte le iscrizioni per la seconda edizione, al via con l’inizio nel 2021.
L’uso non sempre consapevole della tecnologia di cui disponiamo è un aspetto che preclude una piena cognizione delle potenzialità insite nell’innovazione tecnologica. Se a ciò si somma il problema del forte skill gap in ambito digitale che il nostro Paese fa così fatica a ridurre – impietosa, in questo senso l’analisi annuale del DESI – ben si comprende quanto siano importanti i momenti di formazione ad hoc dedicati alle competenze di cui il Paese ha un forte bisogno per guardare al futuro e alla crescita.
Il corso è quindi nato con l’obiettivo di preparare, attraverso un approccio multidisciplinare, figure professionali capaci di leggere i cambiamenti della rivoluzione digitale e di progettare strategie, interventi e soluzioni innovative. Dall’impatto sui sistemi produttivi e sulle diverse sfere della vita sociale al linguaggio della comunicazione digitale e dei social network, passando per le nuove frontiere della data science, della blockchain e dell’intelligenza artificiale: sono questi i grandi temi della digital transformation che gli studenti hanno affrontato in questi mesi.
Ampio il novero delle competenze formate tanto che il profilo professionale dei ragazzi ben si adatterà in ambiti come il management e la consulenza dei Digital Innovation Hub e negli incubatori di imprese. Quei ragazzi diventeranno digital marketing e social media manager in aziende tecnologiche, startup e anche nelle tante Pubbliche Amministrazioni. Non solo: le competenze apprese, specie durante i laboratori dedicati a blockchain, intelligenza artificiale e data science, rispondono alle esigenze dell’imprenditorialità che così può trovare nuova linfa.
“La metodologia di un master di questo tipo, il primo nel suo genere in Italia, offre agli partecipanti gli strumenti per interpretare meglio il futuro professionale che li attende”, aggiunge Cecconi. “Loro stessi saranno chiamati a un ruolo di facilitatori nel trasferimento tecnologico, sia nel pubblico sia nel settore privato, contribuendo al dialogo di cui le diverse tipologie di organizzazioni hanno senza dubbi bisogno. I ragazzi? Stupito nel vederli spiazzati, anche se entusiasti: all’inizio, nessuno sapeva cosa fosse una startup e, in generale, scarsa era la conoscenza sui temi dell’innovazione e dei suoi linguaggi. Certo, si partiva da un terreno fertile e ora, per loro, a distanza di quasi un anno si aprirà un mondo professionalmente affascinante, tutto da esplorare. Alla voglia di apprendere hanno senz’altro contribuito i moduli laboratoriali portati da IBM e dall’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale. Adesso, con la ripresa delle attività, affronteremo quello sulla progettazione dell’innovazione che segnerà la volata al traguardo di questo primo master”.
In particolare, uno dei moduli è stato dedicato al tema ‘Decentralizzazione: le opportunità della Blockchain’, il paradigma che garantisce standardizzazione, immutabilità e autenticità di dati e documenti, la loro sicurezza, la riduzione dei contenziosi sulle transazioni e l’automazione dei processi garantendo, in ultima analisi, un deciso miglioramento della produttività complessiva e del livello di fiducia tra le parti.
“Sulla blockchain – spiega Maurizio Leo, Developer Ecosystem Group di IBM Italia – gli esperti della nostra azienda hanno trasmesso ai partecipanti un ampio bagaglio teorico e pratico, anche con un workshop tecnico, e portato un insieme di testimonianze su metodologie agili di ideazione quali l’Enterprise Design Thinking. La finalità degli interventi stava nel far comprendere le potenzialità delle tecnologie a registro distribuito e individuare i correlati casi d’uso che, insieme a tecnologie come AI, IoT, Big Data & Analytics, stanno guidando la trasformazione digitale dei processi aziendali in diversi ambiti industriali”.
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